In occasione del vicinissimo One Billion Rising 2019, flash mob internazionale contro la violenza sulle donne, abbiamo preparato un articolo che riunisce i progetti sostenuti dalla Fondazione a favore delle donne e dell’empowerment femminile. Il nostro contributo a una causa prioritaria.

Casa Aurora è una struttura nel cuore della città di Pesaro che ospita donne costrette, per motivi diversi, a lasciare la propria casa; Dieci Decimi è un progetto contro gli stereotipi e la violenza di genere che ha coinvolto 8 Istituti superiori delle province di Pesaro Urbino ed Ancona; e andando più lontano: nella città di Soddo in Etiopia a 14 giovanissime ragazze è stata data l’opportunità di studiare e vivere in un contesto protetto, lontano dai rischi della strada; contemporaneamente nella baraccopoli di Soweto, in Kenya, si sta intervenendo per migliorare le condizioni di salute delle mamme sieropositive e dei loro bambini.

A latitudini differenti, in contesti diversissimi tra loro, la Fondazione è impegnata a sostenere iniziative di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne. 

Nel 2018 abbiamo voluto creare un Tavolo di lavoro specifico per permettere ai referenti delle realtà impegnate sul tema (realtà che avevano già ricevuto finanziamenti dalla Fondazione) di iniziare un dialogo, incontrandosi e scambiando buone prassi ma anche immaginando un intervento congiunto, da intendersi innanzitutto come formazione e costruzione di un medesimo linguaggio.

I progetti finanziati ad oggi, la voce dei protagonisti

StockSnap_ZH4LBXAQ9OPROGETTO CASA AURORA (selezionato tramite il Bando Italia 2016) –  Il finanziamento della Fondazione è stato destinato alle spese di avvio di Casa Aurora, struttura gestita dall’associazione La Città della Gioia; si tratta di un alloggio sociale nella città di Pesaro riservato a donne che si trovano o rischiano di trovarsi in strada per qualsiasi motivo, anche per gravi difficoltà personali tra cui episodi di violenza domestica.

A tutti capita, senz’altro più di una volta nella vita – dichiara Eugenio Bravi, Presidente dell’Associazione La Città della Gioia –  di fare un brutto sogno, o di trovarsi faccia a terra per una caduta. Quello che ci dovrebbe preoccupare è quando dagli incubi non ci si sveglia mai, quando non si hanno le forze per tornare in piedi. Questo è quello che accade quotidianamente a troppe donne quando, disperate, si rivolgono a noi: talvolta in condizioni economiche disastrose, con problemi di salute importanti, e donne vittime di abusi fisici o psicologici.

Sui loro visi è incisa la stanchezza di lottare da sole, la sensazione di non potercela fare, la convinzione di non avere alcun valore. Spesso sono divorate dalla solitudine e dall’indifferenza, dall’ansia di compiere anche la più banale delle azioni, dalla paura nel cuore, dal nulla interiore che sgretola ogni guizzo di vita. A volte, arrivano ad odiare la vita, a volersi fare del male.

Per questo abbiamo deciso nel luglio 2016 di aprire Casa Aurora, per dare un porto sicuro a tutte quelle viaggiatrici che hanno smarrito la giusta rotta. La Città della Gioia si propone di aiutare le meno fortunate mettendo a lor disposizione un tetto, l’assistenza nella ricerca di un lavoro, coinvolgendo gli enti pubblici, ecclesiastici e privati in un piano di reinserimento sociale completo.

PROGETTO DIECI DECIMI (selezionato tramite il Bando Italia 2016)

L’associazione Percorso Donna, come capofila, ha realizzato in rete con le Associazioni Merope di Senigallia, Non da Sola di Fano e Olinda di Cagli, incontri formativi in otto Istituti secondari di secondo grado del territorio marchigiano, nell’ambito del progetto Dieci Decimi, per uno sguardo libero da stereotipi e violenza di genere, confrontandosi con oltre 250 studenti attraverso un percorso di formazione e riflessione sui temi degli stereotipi di genere e della violenza nelle relazioni tra pari e presentando il lavoro ad assemblee di studenti e studentesse arrivando a toccare ed informare oltre 1500 (millecinquecento!) ragazz*. I risultati del progetto sono  stati presentati a tutta la cittadinanza durante lo Zoe Microfestival 2018.

Percorsodonna1Le azioni di confronto ed informazione  – ha dichiarato Laura Martufi, Presidente di Percorso Donna devono essere capillari sul territorio: i ragazzi e le ragazze si sono fatti fotografare, hanno studiato immagini e frasi per abbattere gli stereotipi di genere che rendono loro la vita “difficile”; hanno appeso in classe disegni e cartelloni ed hanno spiegato al corpo docente il significato delle proprie parole. Per questo progetto, abbiamo scelto di lavorare con Istituti professionali e Licei in ogni città coinvolta. Un Istituto Professionale ed un Liceo sembrano mondi distanti ma un occhio attento, la visione in Dieci Decimi, ci ha permesso di mettere a fuoco con tutt* lo stesso punto. La violenza va fermata e per fermarla è necessario saperla riconoscere ed intervenire. Abbiamo scelto di inquadrare la violenza al centro del nostro obiettivo, di metterla a fuoco e scattarle metaforicamente una foto. Il risultato è stata una foto di come siamo NOI, di come sono e cosa vivono oggi i nostri ragazz*.

Soltanto così, partendo dalle nuove generazioni e mettendole al centro – conclude la Presidente di Percorso Donna –  potremo consegnare a questi ragazz* gli strumenti necessari a diventare testimoni, attori e protagonisti di una vera e propria rivoluzione culturale sul tema del contrasto alla violenza di genere. Noi ci abbiamo provato.

EtiopiaPROGETTO DI SOSTEGNO ALLA RIPARTENZA DELLE RAGAZZE DI STRADA (selezionato tramite il Bando Estero 2017)

Nella città di Soddo (regione del Wolayta – Etiopia) da diversi anni opera Don Marcello Signoretti in sinergia con la Onlus Ethiopia’s street children – Villaggio dei ragazzi sorridenti (ente capofila dell’intervento). Nell’attesa di realizzare un vero e proprio Centro per le ragazze di strada che possa accogliere fino a 80 giovani, sono attualmente 14 le ragazze a cui si sta garantendo vitto, alloggio, visite mediche e, soprattutto, la possibilità di seguire un percorso di educazione scolastica.

L’obiettivo dell’intervento è quello di costruire dei percorsi protetti in modo da evitare la fuga delle giovanissime dai villaggi per mancanza di possibilità e la fine in giri di prostituzione minorile.

In Etiopia sono moltissimi i bambin* vulnerabili, orfani, disabili, appartenenti a comunità pastorizie o a famiglie povere. L’istruzione all’interno di un contesto sicuro e attento è un importante strumento per ogni loro sogno futuro.

PROGETTO RIPARTIRE DALLA VITA (selezionato tramite il Bando Estero 2017)

Nella baraccopoli di Soweto, periferia settentrionale della progetto_mamma_bambino_soweto-capitale Narobi in Kenya, è presente una sede della Onlus L’Africa Chiama (ente capofila). Si stima che oltre il 50% della popolazione adulta di Soweto sia sieropositiva; molte donne si prostituiscono per riuscire ad aiutare la famiglia, ciò favorisce il diffondersi del virus dell’HIV in un contesto di forte degrado sociale, ambientale, igienico-sanitario ed umano.

Obiettivo dell’intervento, già sperimentato dall’Africa Chiama ma che quest’anno è stato particolarmente rafforzato, è quello di ostacolare la trasmissione del virus HIV dalla mamma sieropositiva al bambino attraverso il supporto nutrizionale, sanitario e psicologico. I risultati che il progetto intende raggiungere sono quindi di evitare il contagio del virus HIV ad almeno 20 bambini e affiancare le loro mamme. Attualmente ci sono 25 mamme sieropositive che prendono parte al programma “Ripartire dalla Vita” sostenuto nel 2018 e 2019 dalla Fondazione Wanda Di Ferdinando. Ogni martedì queste mamme si incontrano e seguono delle lezioni tenute da una Mentor Mother (una donna sieropositiva abilitata alla conduzione di questi gruppi, in seguito alla partecipazione al medesimo programma). 

Ci sono poi una serie innumerevole di risultati che non possono essere quantificati, sono esperienze, progressi, pezzi di vita. Uno dei tanti è la storia di Caroline – ci racconta Raffaella Nannini, Direttrice della OnlusDopo un lungo e doloroso percorso di accettazione della sua malattia, Caroline ha deciso di iniziare il programma proposto dall’Africa Chiama mentre era in attesa di una bimba. Il suo cammino nel programma è oggi quasi concluso, la bimba è sana e Caroline ha deciso di diventare Mentor Mothers, ovvero una donna sieropositiva abilitata alla conduzione di gruppi di donne con l’AIDS, in seguito alla partecipazione al medesimo programma. Caroline ha capito sulla sua pelle quanto sia fondamentale il ruolo delle Mentor Mothers per essere vicine a giovani donne che non accettano la propria sieropositività, per essere un esempio concreto che è possibile ripartire…ricominciare a vivere!

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Questo articolo è stato creato per sostenere simbolicamente la campagna internazionale ONE BILLION RISING REVOLUTION 2019 contro lo stupro, le lesioni, l’incesto, le molestie sessuali, le mutilazioni genitali femminili, la schiavitù sessuale e la tratta, il matrimonio precoce, il femminicidio, l’oppressione e la violenza nei confronti delle comunità LGBTQIA.

Sabato 16 febbraio 2019 ore 17.30 – Flash Mob in Piazza del Popolo a Pesaro

Per maggiori informazioni: https://bit.ly/2GL2GyK