Come allegato della rivista Un Mondo a Quadretti, bimestrale a cura dei detenuti della casa di reclusione di Fossombrone, dal 2009 viene realizzato un calendario che riporta alcune informazioni importanti: quelle che permettono a ciascuno, per esempio, di conoscere e tenere sempre presenti le date dei colloqui.
Il calendario del 2020 è stato stampato con il supporto della Fondazione Wanda Di Ferdinando. L’Ente filantropico ha inoltre donato numerose opere di letteratura, scienza, arte per incrementare la biblioteca dell’Istituto penitenziario.
Abbiamo chiesto a Giorgio Magnanelli, presidente dell’associazione omonima alla rivista, Un Mondo a Quadretti, di raccontarci meglio la storia e il lavoro all’interno della casa di reclusione.
Partiamo dall’idea del calendario…
G. Magnanelli: L’esigenza dei detenuti di avere in cella un calendario per pianificare minimamente le loro attività era forte. Ogni anno, per sopperire a questo bisogno, si ripeteva un’affannosa ricerca presso banche ed aziende del luogo per ognuna delle circa 180 celle, impegno a cui provvedeva in gran parte il Cappellano Don Guido Spadoni.
Nel 2009 abbiamo deciso quindi di stampare un nostro calendario, come allegato della rivista, inserendovi anche notizie utili, quali ad esempio le date dei colloqui sia della sezione di Levante (alta sicurezza) che di quella di Ponente (media sicurezza). Per il 2020, in occasione del cinquecentenario dalla scomparsa, abbiamo voluto partecipare alle celebrazioni e dedicare il calendario a Raffaello.
Quanto l’arte, e più in generale la cultura, sono importanti nel processo di rieducazione?
G. Magnanelli: La formazione scolastica, la lettura, la scrittura, la cultura sono fondamentali all’interno di un carcere. Di questo, i primi ad esserne consapevoli, sono proprio i detenuti.
Lo studio nella casa di reclusione di Fossombrone è favorito dalle lunghe pene che permettono una frequentazione più assidua e strutturata: abbiamo ogni anno diversi diplomati e, nel corso degli ultimi anni, tre lauree. La nostra Associazione ha pubblicato oltre dieci libri scritti da detenuti e non si contano i premi vinti in vari concorsi letterari. Del resto, io dico sempre: dove c’è felicità c’è vita e dove c’è sofferenza c’è poesia.
In maniera più generale, le chiederei di raccontarci la storia dell’associazione Un mondo a Quadretti e di indicare quali sono, secondo lei, le priorità su cui insistere per migliorare la vita delle persone detenute.
Ho fondato l’Associazione nel 2002 per imprimere maggiore efficacia all’attività di assistente volontario che svolgevo dal 1999. L’associazione è costituita da una quindicina di soci, di cui 6 autorizzati a svolgere attività all’interno del carcere (tre ex art. 78 e tre ex art. 17 OP). La attività dell’associazione sono svariate: dai colloqui individuali all’aiuto materiale; dall’assistenza allo studio all’organizzazione di corsi ed eventi; dal sostegno alle famiglie all’accoglienza e all’accompagnamento dei parenti nel corso dei colloqui; dall’ospitalità dei detenuti in permesso premio al loro reinserimento lavorativo esterno, in collaborazione con alcune cooperative sociali collegate all’associazione.
Penso da sempre che le priorità siano legate alla possibilità di accedere (per i reati meno gravi) alle pene alternative e, per un’associazione come la nostra, è fondamentale offrire un contributo in questa direzione.